Tag: Massimo Bottura

Guida Michelin 2012: stellina sì, stellina no, stellina forse.

                                                              Immagine presa dal web

Molti di voi sicuramente sapranno che lui, Massimo Bottura, è il top, del top. Tre stelle e tre sogni, i suoi come i nostri, probabilmente. Avrebbe potuto aver un altro nome, ma no di certo il cuore e la determinazione di chiunque altro.
Che cosa distingue realmente noi da lui? Quanti di voi avrebbero la passione sufficiente (e spesso anche di più) a portarvi in cima? Sono certa che siete in tanti.
L’esperienza.
Lei sì che la dice lunga, ma in fondo, essa, non si dice sia essere lo stesso nome che siamo soliti dare ai nostri errori?
Sbagliando s’impara. Ma dove posso imparare a sbagliare? Perchè è risaputo, sognare è ancora gratis, per chi vuole mantenere il sogno tale, ma per chi desidera smettere, e agire, qual’è il rimedio, quali le possibilità?
Qual’è la strada che ti porta al top? 
Certamente avere un blog di cucina da due anni e aver realizzato quasi 500 ricette non mi aiuterà, per quanto lodevole sia il risultato, perchè chi saprebbe giudicare spudoratamente le mie ricette non può farlo. E non avrebbe certamente alcun interesse, perchè i corsi di cucina “per amatori” sono accessibili alle tasche, ma non al cuore.
Puoi farlo? Puoi permetterti, dopo un mese passato a lavorare part-time e a sperare che la tua laurea possa significare ancora qualcosa, di spendere 500 euro per un corso di cucina per “amatori”che alla fine, diciamolo, altro non ti lascerà se non il ricordo di una bella esperienza e la foto sbiadita di un piatto realizzato impeccabilmente?
Perchè per avere un attestato, uno serio, da mettere su un curriculum, uno di quelli che non ci sarebbe niente di male se un giorno potesse portare lavoro, dovete sborsare molto, ma molto, e ancora, mestamente, molto di più. 
Posso metterci tutto l’amore del mondo, e ogni giorno, posso avere come motivo valido a supporto di questo mio amore i miei ricordi d’infanzia più cari, quelli che ti insegnano ad amare le buone maniere a tavola, insieme alla buona tavola. Quelli che a distanza di trenta anni vedono ancora il tuo nome inciso con la matita su di un piano da lavoro in legno usurato dal tempo e carico di ricordi. Momenti, in cui non sai che alla fine tutto ciò non basterà.
Qui in Sardegna le possibilità sono ridotte, se non nulle, almeno tanto quanto le possibilità reali di poter andare via per aprirsi nuove strade..dove e soprattutto in cosa si può sperare di investire con un lavoro part-time dai risultati non sempre certi?
La verità è che vorrei avere le stesse possibilità di chi è al top, e non mi vergogno di affermarlo.
Le stesse possibilità di chi lo è stato e di chi, forse lo sarà, senza dover recriminare le mie origini, che offrono un territorio che produce tanto ma si distingue per la mancanza di strumenti e di organizzazione.
E’ quindi, la passione sufficiente, o è comunque necessaria una buona “dote” di fortuna? Perchè non vorrei sperare che voi tutti pensiate che il diritto ad essere una stella sia un retaggio per pochi o per chi la strada già l’aveva scritta da quando ancora era in fasce. Non credo che l’amore per la buona tavola e il desiderio e la voglia di riuscire a praticarla possa davvero essere solo per una elite.
Potrebbe davvero ognuno di voi giurare che le proprie capacità potrebbero valere davvero il sogno di una vita?
Non è raggiungere il top, il mio scopo.Non quello di raggiungere il top dei grandi. Ma ottenere il raggiungimento di un diritto imprescindibile, che non può essere eluso. La possibilità di sentirsi tutti uguali, specialmente nel momento in cui dovremmo far valere il nostro vero spirito, la nostra vera vocazione, il nostro vero credo. Perchè mai ti venga concesso un desiderio senza che inoltre ti sia data la possibilità di farlo avverare. 
Perchè se non riusciamo a coltivarlo potremmo incorrere quotidianamente nell’annientamento, e non posso non farlo solo perchè non ho i mezzi(quelli veri).
Certamente la mia, non vuole essere una critica, me ne guardo bene. Anzi a chi ha buone orecchie potrebbe suonare proprio una spudorata dichiarazione d’amore, la mia, come quella di tanti che a loro volta hanno fatto mille sacrifici per andare lontano. 
Ma uso il mio pensiero anch’io come mezzo attraverso il quale denunciare una mancanza insieme alla necessità di dover fare quel che più amo quotidianamente, stelle, o no.

Vieni in Italia con me: Massimo Bottura e Lavazza

Il primo post che preparo sulla mia prima esperienza al Salone del Gusto come blogger parte con un evento "Vieni in Italia con me" che per me è stato davvero emozionante: la presentazione dei piatti che Massimo Bottura ha studiato per Lavazza, azienda che avevo avuto il piacere di conoscere durante un workshop all'università e che mi era rimasta davvero impressa per la continua ricerca e sviluppo dei propri prodotti. Confesso che io non sono una bevitrice di caffè, ma mi piace metterne un tocco nella cucina, adoro annusarlo nel barattolo, amo mangiarlo nei piatti, ma non amo particolarmente berlo.
La presentazione che Bottura ha fatto dei suoi piatti, la semplicità, l'umiltà mi hanno lasciato stupita!
Sarebbe un pò inutile  descrivervi i piatti che ha presentato, o i nomi… vi lascio le mie impressioni e le miei foto, ne ho scattate decine per riprendere i gesti, gli sguardi e i movimenti che hanno accompagnato questa meravigliosa esperienza.
Continua a leggere…»

Collisioni: il secondo giorno del Palco Food tra Bottura e degustazioni

La musica non è ancora iniziata, i giovani faticano a “carburare”…. La giornata di ieri è stata piena di appuntamenti, di ogni sorta,  con grandi professionisti del mondo food & wine, oltre ai tanti artisti che si sono esibiti sui vari palchi…

Il secondo giorno di Collisioni, apre il palco Food con il nome probabilmente più illustre di questi anni della cucina Italiana: Massimo Bottura è ospite dell’assopiemonte in un intervista moderata dalla giornalista di Vanity Fair Maddalena Fossati.

Durante l’intervista ha parlato della grandissima importanza e responsabilità che ha lo chef che deve aiutare a far conoscere i piccoli produttori e gli alimenti di eccellenza, non essere star ma veicoli “pubblicitari”, cito testualmente – Sto cercando di far spostare le luci su di me a quello che c’è intorno a me.

Ha ripetuto quanto lo chef non sia una rockstar ma un trasformatore di materie prime che deve sporcarsi le mani e andare a cercare le migliori materie prime. Secondo Bottura il 10% di un buon cuoco è talento, ma il 90% è duro, anzi durissimo lavoro che viene però ripagato dall’apprezzamento delle persone che da lui vanno a mangiare e provano una versa esperienza sensoriale che va a scavare direttamente nell’anima delle persone.

Infine una piccola blogger {la sottoscritta }è riuscita anche a strappargli una brevissima intervista video, per capire come e cosa è la collisione enogastronica con l’arte in tutte le sue forme …ecco cosa mi ha detto! (scusate per l’audio)

Giovanni invece in mattinata si è occupato di due degustazioni ecco cosa ci racconta…

Anche oggi mi sono “avvinato” la bocca alla degustazione delle 10:30 nell’Enoteca Del Barolo, dove un Pinot Nero Metodo Classico millesimato dell’Oltrepó Pavese e un’Albarossa hanno fatto da apripista a 3 Barolo delle 3 aree più blasonate: La Morra, Serralunga d’Alba ed ovviamente Barolo!
Anche quest’oggi Tablino e Reda hanno deliziato i partecipanti con vere e proprie “chicche” di cultura storico-enologica…
Altre 3 degustazioni in Enoteca, durante la giornata di oggi!
Passate ad assaggiare ottimi vini raccontati da personaggi di grande interesse!  It’s free!!!

Il secondo incontro per i #winelover-s si è tenuto nel “Tempio dell’enoturista”: suggestiva location all interno del Castello di Barolo.

Stephen Brook, intervistato da Fernanda Roggero, ha dispensato nozioni e consigli legati al cosa fare e cosa no in un wine tasting. Insomma, un corso di degustazione tenuto da un guru della stampa mondiale di settore: Celebre firma del Decanter magazine.

A chi parla un critico di vino?
A consumatori informati ma anche neofiti, cercando sempre il giusto compromesso tra il tecnico ed il passionale.

Uno dei passaggi più interessanti, ahimè, è che a quanto pare le donne sono più brave degli uomini a degustare, in particolar modo nel riconoscimento degli aromi e dei diversi Terroir.

Mr. Brook racconta di far assaggiare ogni sera vini alla moglie – Maria L. – chiedendole impressioni e pareri. Tutto rigorosamente alla cieca…
Io nel dubbio le ho chiesto se fosse vero, ed è la Sig.ra Maria ha confermato fiera!
Beata lei!!!

Prosegue a Collisioni 2013 il gemellaggio tra Friuli e Piemonte

Oggi sono proposti i vini di 3 grandi aziende, quali Butussi, Livon, Venica&Venica, con tre vini friulani scelti da Friulano&Friends…

Friulano e Pinot Bianco la fanno da padrona, a maggior ragione quando sul palcoscenico vi sono prodotti del calibro di quelli in degustazione!

Molto interessante assaggiare un Pinot Bianco del 2006 così in forma.

Degustazione che ho a poi presentato 4 vini a base di uve Nebbiolo: 1 Barbaresco e 3 Barolo di altissimo livello, dove la cantina Le Strette con il Barolo “Bergera Pezzole” 08 e Ceretto con il Bricco Rocche “Bricco Rocche” 07 hanno ricevuto grandi apprezzamenti…

Ora, di corsa a sentire Luca Gardini… In un affollatissimo Collisioni 2013 per i #winelover !

Lasciamo Giovanni alle sue degustazioni, io torno al food, o meglio…al Beverage con la Cedrata Tassoni e Mina.

Ore 16,30 sono nella Piazza Rosa che è davvero gremita, sotto un sole che spacca le pietre ed un afa che fa sudare solo a respirare… parte la voce avvolgente di Mina che rinfresca l’anima come una venticello inaspettato.

Philippe Daverio ospitato dalla Cedrata Tassoni racconta ad un pubblico davvero rapito uno spaccato un pò nostalgico che trasmette però anche speranze per un periodo difficile.

La collaborazione tra la cedrata Tassoni e la grande Mina è nata da una intuizione ma anche da un amicizia, in un periodo in cui non esistevano ancora agenzie di marketing, ma la comunicazione avveniva in pò per tentativi, anni storico diversi e così lontani per l’italia, un tempo ricco di opportunità e di positività, fatto di piccole aziende che avevo ancora l’opportunità di crearsi uno spazio.
E’ arrivata poi la tv generalista, la trash tv che tutti conosciamo che ha appiattivo ed eliminato tutte le piccole sfaccettature di un italia così diversa e meravigliosa.

Daverio ricorda quegl’anni come felici e edificanti, ma rivede nel boom economico qualcosa che sta tornando anche nei giorni nostri, un’Italia che da sola sta riscoprendo la realtà e le sue radici anche se il messaggio che riceve dal mondo della grande comunicazione cerca di portarlo verso strade più generaliste.

Bellissimo messaggio per tutti noi!

Giovanni invece partecipa un’esperienza sensoriale incredibile!

L’ incontro nella Sala del Professore, nel cuore del Castello di Barolo è stata unica nel suo genere sin dalle battute iniziali!

Locale buio, l’unica fonte di luce giungeva da un’immagine proiettata di uno scenario di Langa con attori principali una serie di colline offuscate da un imponente banco di nebbia.

Nel bicchiere il Barolo di “Coste di Bussia” , Tenute Arnulfo 2007.

Davanti a noi un pezzo di cioccolato fondente, accompagnato da un rilassante sottofondo musicale.

Luca Gardini ieri ha avuto un figlio, ma neanche questo è riuscito a tenerlo lontano dalla sua più grande passione: il raccontare un vino (a base di uve Nebbiolo). Poco strano se si pensa che questo è il suo vino preferito!

Tornando all’esperienza, vi posso dire che è stata ripercorsa la stessa modalità utilizzata in una presentazione di Prada ad Hong Kong, sempre ricreata da questo geniale degustatore/divulgatore…

Il risaputo abbinamento del cioccolato con il Barolo non è cosa nuova, ma molto interessante il contesto dove il mix vino/cioccolato/buio/musica/proiezione hanno generato un clima di relax, con un probabilmente incremento della percezione sensoriale.

Gardini nel frattempo ha deliziato il pubblico, regalando saggezza e genuinità, il tutto al grido di:

“Il vino bisogna berlo!”

Al prossimo anno! V&G


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