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WINEATER: Chianti Classico, Fattoria San Giusto a Rentennano

Erano mesi che l’uscita era stata pianificata: il Chianti ed
un mio ex compagno di università ci attendevano … Parlo al plurale perché ero
in compagnia di un altro dei miei compari di quegli anni.

Questo tour aveva tutta l’aria di essere la classica
rimpatriata all’insegna degli ormai “vecchi tempi” universitari, nonché full
immersion nel “Chianti”.
Uno dei ricordi più nitidi legati a quel viaggio è una
cantina, o meglio, la Fattoria di San Giusto a Rentennano, sita a Gaiole: nell’area
meridionale del Chianti Classico.
Immaginate un monastero con mille anni di storia, dove già
all’epoca il vino veniva prodotto e affinato nelle sue cantine. Ora, la parte
atta alla produzione è situata  in una
struttura più recente ma comunque molto affascinante, mentre l’invecchiamento
continua ad avvenire in quelli che sono da sempre i locali adibiti alla
maturazione in legno dei vini.
Il numero di vini prodotti 
è solo cinque, con un filo conduttore: la qualità.
Due Chianti Classici, di cui uno Riserva, il Percarlo:
classico “Supertuscan” di puro Sangiovese, un Merlot toscano e l’immancabile
Vin Santo, “must” di ogni cantina storica della zona.
A termine della visita, arrivati alla parte più
interessante, ossia il tasting, abbiamo avuto l’opportunità di assaggiare i
primi tre prodotti.
Purtroppo il Chianti classico Riserva e il Percarlo, un 2009
ed un 2007, presentavano un tannino ancora un “verde”… Concedendo un po’
troppa ruvidezza …
Il Chianti che possiamo definire “base” 2009, invece, grazie ad
un colore stupefacente ed ai suoi intensi sentori di ciliegia e mora mature, che
lasciano spazio ad un leggero speziato, mi hanno lasciato piacevoli ricordi,
facendomi collocare questo Chianti in vetta ai vini della stessa denominazione
assaggiati fino ad oggi.
Pensando a quella giornata, ho un solo grande rimpianto … Il
non aver assaggiato, laddove nasce, un “Percarlo” con il giusto grado  di affinamento… Motivo che da solo giustifica
la gran voglia di tornare il prima possibile sul “luogo del delitto”.
Noi lo abbiamo bevuto a San Valentino con del patè de foie gras, ma è perfetto anche primi sapori come possono essere quelli della cucina toscana, piatti a base di carne rossa e selvaggina.

Ricordatevi del giveaway!

Giovanni 

Ciambella di pop corn

Ciò che inizia  in rabbia

Finisce in vergogna…
Benjamin Franklin (1796-1790)

Ho annotato da mesi questa ricetta apparsa tempo fa su Saveur magazine e me la sono covata a lungo ..
Sapevo già a chi destinarla: un amico carissimo di mio figlio che regolarmente si reca negli States e quindi apprezza e gusta in loco dolci americani..tra l’altro va matto per i cheese cakese e anyway apprezza sempre i dolci che gli propongo..
Appena il suo piccino sarà in grado di azzannare qualcosa preparerò dei dolci  adatti anche a lui, ma per il momento si dedica con passione al biberon.
Le foto sono piuttosto bruttine..ho provato a scattarle sia in luce ambiente che con il solito metodo  e cioè in casa sul solito e scarno set e il risultato, miserrimo, è quello che  appare ma penso renda un’idea di come il dolce si presenta alla fine..
Dedico questo dolce che a me appare divertente …ammesso che un dolce lo possa essere… alla carissima Ely che parecchie di voi conoscono e amano..una creatura dolcissima che onora tutti i miei post con i  suoi affettuosi commenti.
Buonissima giornata cara amica..spero che la possa iniziare con un sorriso vedendo cosa ho combinato questa volta!!!!
Tempo di preparazione: circa 30′
Costo: medio
Difficoltà:*

INGREDIENTI
1 sacchetto di pop corn gr 120
300 gr di marmallows
120 gr di burro
80 gr di M&M
Vanillina

Ecco i pop corn..l’ideale sarebbe quello di prepararli in casa con il microonde..questi infatti sono salati ma la dolcezza dei marmallows equilibrerà  il tutto, così mi ha assicurato l’amico di mio figlio che mi è servito come cavia….

Porre il burro a fondere in una grande pentola e quando sarà liquefatto unire i marshamallows e la vanillina e mescolare con cura fin quando si sono perfettamente fusi..

Avevo in casa solo questo tipo bianco e rosa per cui la ciambella è tutta rosata..ideale per una festa di bambine…
Eventualmente usare solo quelli bianchi…


Si dovrebbe ottenere una massa come appare qui sotto…
Ci vuole un po’ di pazienza…



Unire e mescolare anche gli M&M….
Questi sono mini…


Per evitare problemi al momento di sformare il dolce ho foderato un grande  stampo con foro centrale con carta da forno  sagomandola opportunamente e facendola aderire allo stampo stesso pennellato con del burro..
Ci vuole un po’ di tempo e pazienza anche qui..

Versare  l’impasto nello stampo preparato come ho descritto in precedenza..

E compattare il tutto…

Qui sotto forse si può notare meglio come ho foderato lo stampo con carta da forno..in seguito al momento di sformare il dolce sono stata ricompensata dalla precauzione adottata…

Far raffreddare il dolce e quindi con cautela sformalo e disporlo su un grande piatto da portata..

Cosa ve ne pare??
A tutti auguro un buon inizio di settimana!!

Inverno sia! E gratin pure.

Arrivo in ritardo? Da voi già si battevano i denti da un po’, vero? 
Qui in Sardegna il tempo mite ci accompagna quasi 8 mesi l’anno, e non scherzo mica sapete! 
Il freddo, qui, arriva con molta calma, quasi troppa, e generalmente mai prima di metà Novembre, ma quest’anno s’è fatto attendere, portando con se il ritardo di un mese.
Lui, va come in crescendo, ci abitua dolcemente alle sue brezze e ai suo profumi piano piano, è come se il caldo, quel bel caldo luminoso delle mie foto estive, sfumasse nei vapori di una tazza di cioccolata bollente, per lasciare il posto alle guanciotte rosse, al profumo di legna, a un gratin fumante…
…è magico lui, e per quest’anno, per la prima volta nella mia vita, Dicembre non è Natale, ma freddo.
Quel freddo che ti fa rimanere a casa, seduto davanti al camino, davanti a una fiamma che ti accende il cuore e la mente di ricordi, attimi, sospiri, capace di legare gli umori, di aprire dialoghi, di rinnovare il contatto.
Prossima tappa, Aprile, con una nuova luce e, come sempre, una nuova vita.
Ho comprato un libro di zuppe e gratin…speriamo mi aiutino a superare l’inverno…
Gratin di finocchi in salsa besciamella e Raclette
Ricetta e dosi per 4 persone
4 finocchi di taglia non troppo grande (quelli piccoli piccoli sono l’ideale, a quel punto, aggiungetene ancora 😉 )
150 g di formaggio Raclette (formaggio originario del Vallese, attualmente viene prodotto in diverse zone della Svizzera, e in Francia, soprattutto Savoia, Franca Contea e Bretagna)
500 g di salsa besciamella (1/2 litro di latte intero fresco, 25 g di burro, 50 g di farina, 1 pizzico di sale, noce moscata q.b.)
Lavate i finocchi accuratamente e privateli delle foglie più esterne e legnose.
Tagliateli in spicchi e procedete con la cottura a vapore per circa 25-30 minuti (non di più perchè ultimeranno la cottura in forno).
Preparate nel frattempo la salsa besciamella.
Fate un roux (che dovrà rimanere chiaro) con burro fuso e farina, a fiamma molto bassa cominciate ad incorporare il latte a filo mescolando continuamente sino a che non otterrete una bella consistenza densa ma allo stesso tempo cremosa.
Infine salate e correggete con al noce moscata.
Potete ovviamente rendere la salsa più densa o più liquida a seconda del vostro gusto, e soprattutto, a seconda della destinazione d’uso. (aggiungerete più latte se la desiderate più liquida, meno latte, o un poco di farina in più se la volete più densa).
In questo caso ai noi serve una salsa bella densa e corposa.
In una terrina in ceramica da forno o in una teglia pirex, stendete quindi un velo di salsa besciamella.
Adagiate quindi i finocchi appena salati, quindi uno strato abbondante di salsa besciamella.
Proseguite con il raclette a pezzetti e quindi proseguite con l’ultimo strato, completando con la besciamella e raclette a pezzetti.
Infornate in forno già caldo a circa 200°C funzione grill leggero per circa 10 minuti, sino a colorazione.

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