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Strudel di (pere) alla viennese, con le solite varianti..

Per chi di voi già non sapesse quale che sia, con assoluta certezza, l’origine dello strudel e la sua storia, sarò lieta di illustrarvelo a breve.
Ebbene sì, ho dovuto ricredermi sapete, ma senza eccessivo stupore.
Origini tirolesi? Germaniche? O comunque sia, d’Oltralpe? Ma che…Turche!
Ci risiamo. Il croissant? ..pure lui è turco..e ora chi glielo dice ai francesi?? e lo strudel? non trovate sia pure lui al pari del cornetto, un rotolo sfogliato di bontà?

Lo strudel odierno, quello che noi tutti conosciamo oggi, è la variante di un dolce antichissimo, ancora oggi apprezzato in Turchia con il nome “Baklava” è preparato tutt’ora con la sua ricetta originale: una farcia di noci, frutta secca e pane, il tutto profumato con liquore. Lo scrigno che lo avvolge è una pasta sottile e friabile che viene poi cotta al forno. 
La “migrazione” dello strudel in Europa avvenne qualche secolo fa.
A proposito si tramanda che ciò avvenne nel XVI secolo.
Nel 1526 il sultano Sülayman detto il Legislatore, sconfiggeva gli Ungheresi nella battaglia di Mohacs nella quale perse la vita anche Luigi II di Ungheria, il quale si adoperò per l’annessione di gran parte dell’Ungheria, giungendo nel 1529 perfino ad assediare Vienna. Questo sarà ricordato come un periodo particolarmente delicato per tutte le potenze europee che si sentivano seriamente minacciate non solo dalla forza militare di un esercito, ma soprattutto da una cultura con la quale la convivenza era stata in passato spesso molto difficile. 
Solo con il trattato di Karlowitz del 1699 la situazione si sarebbe calmata e nei quasi duecento anni di dominazione turca l’Ungheria assorbì insieme alla religione musulmana anche una buona parte di ricette e tradizioni culinarie turche.
E sarà proprio grazie a questo scambio di cultura gastronomica tra Ungheria e Turchia che lo strudel riuscì a farsi conoscere e apprezzare in tutta la sua bontà e semplicità.
In Europa oggi il dolce turco Baklava viene riproposto con delle modifiche rispetto agli ingredienti originali.
Ingredienti che oggi vedono aggiunti uno degli ingredienti determinanti e caratterizzanti: la mela.
Per quanto riguarda il mio caso, ormai mi conoscete bene, non avrete potuto non notare la ma interpretazione come “tartelletta aperta” con ingrediente pera, realizzata sempre con pasta strudel, e la versione “pie”.
In fondo, con una storia così…la interpretazione sembra quasi d’obbligo…
Io non ho arrotolato proprio un bel niente…;)
Ingredienti (per il ripieno vi riporto accanto agli ingredienti quelli adatti per realizzare la ricetta originale con le mele)
Per la pasta:
200 g di farina “00”
80 g di acqua tiepida
20 g di olio d’oliva
1/2 cucchiaino di aceto di vino bianco
1 pizzico di sale
Per il ripieno:
4 pere tipo Kaiser / 4 mele tipo Golden
60 g di granella di nocciole/ pinoli
50 g di pane grattugiato
50 g di uvetta sultanina ammollata nel rum
1 noce di burro
70 g di zucchero tipo “Dulcita”
cannella in polvere q.b.
10 g di marsala
Ho preparato l’impasto con l’aiuto del Bimby mettendo tutti gli ingredienti nel boccale per 1 min. Vel.Spiga.
Potete ovviamente utilizzare anche un’impastatrice o lavorare l’impasto a mano su di un piano da lavoro.
Quando questo sarà pronto ungetelo appena con dell’olio d’oliva e mettetelo a riposare per mezz’ora fra due piatti caldi.
Trascorso questo tempo infarinate uno strofinaccio pulito e stendetevi sopra la pasta sino ad ottenere una sfoglia sottile.
Preparate il ripieno:
In una padella fate sciogliere il burro e insaporite le pere ridotte a cubetti.
Aggiungete lo zucchero, e sfumate con il marsala.
Aggiungete a questo punto tutti gli ingredienti rimasti, il pangrattato, l’uvetta strizzata, la granella di nocciole e la cannella.
A questo punto potete scegliere se disporre la farcia così ottenuta sulla sfoglia e arrotolare il tutto, o scegliere, come ho fatto io di fare delle tartellette o delle piccole tortine. Spennellate la superficie con del burro fuso.
Cuocete in forno per 40-45 minuti a 180°C.

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