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Marmellata di Arance Amare

Prima notizia: sono arrivati i libri di cucina che avevo ordinato! Grande gaudio! Ora non vedo l’ora sia il fine settimana per sperimentare qualcosa, ovviamente…


Nel frattempo vi rendo partecipi della marmellata di arance preparata domenica, grazie alla quale ho rimediato la consueta scottatura da cucina, visto che nel travasare la marmellata nei vasetti un pezzo di buccia bollente m’è finito sul dito. Stranamente oggi non c’è più nulla…ormai devo avere la pelle di amianto.
Da qualche parte ho letto che qualcuno si domandava dove trovare le arance amare per fare la marmellata, ovviamente, di arance amare…io pensavo che questa caratteristica derivasse dal preparare la marmellata utilizzando anche le bucce, senza prima togliere la pellicina bianca che dà proprio il retrogusto amaro. Ed infatti così è stato.

Quindi questa ricetta è adatta a chi, come me, adora questa marmellata amarognola. Non c’è nulla di più buono!

Per questo primo tentativo non ho utilizzato lo zucchero per marmellate, quello che consente di ridurre la bollitura a soli tre minuti, ma quello tradizionale anche perché volendo fare una marmellata che comprendesse anche le scorze queste dovevano avere tempo e modo di ammorbidirsi. Proverò, la prossima volta, a scottare le scorze a parte e poi cuocere polpa e scorze ormai morbide insieme, con questo zucchero particolare (per il quale poi è prevista una quantità dimezzata rispetto a quello semolato).

INGREDIENTI per due vasetti piccoli e due medi
5 arance bio (io ho scelto il tipo tarocco, con buccia abbastanza sottile)
1 limone bio
due cucchiai di rum (ma non si sente proprio)
800 gr zucchero semolato
800 ml acqua

Tagliare la frutta a pezzetti, tenendo conto che le scorze rimarranno pressoché intatte nelle loro dimensioni (quindi vedete se vi piacciono più o meno fini, più o meno lunghe), metterle in una pentola con l’acqua e cuocerle una mezz’ora abbondante. Dopo di che aggiungere lo zucchero ed rum e proseguire la cottura fino a quando la marmellata non abbia raggiunto la densità desiderata. Io l’ho cotta per circa due ore a fuoco basso, nel frattempo la mia casa si è riempita di profumo d’agrumi! Deodorante per l’ambiente naturale…
Circa la densità bisogna tenere conto che una volta raffreddata ovviamente questa sarà meno liquida. Conviene quindi fare delle prove su un piattino, versando un mezzo cucchiaino di marmellata, lasciandolo raffreddare per qualche minuto e verificare poi se è ancora troppo fluida.
Versare ancora calda nei vasetti, girarli e farli raffreddare, in modo che la capsula di sicurezza “scatti”.
Chi invece non amasse il gusto amaro deve pelare le arance ed eventualmente aggiungere la scorza pulita della pellicina bianca. Nel primo caso (solo polpa) il passaggio della bollitura è, ovviamente, superfluo e quindi penso si possa procedere direttamente con frutta e zucchero. Però visto che non l’ho mai fatto, se viene una schifezza non prendetevela con me.

Tra i vari abbinamenti che ho visto in questi anni quello che più mi incuriosisce è quello con i fiori di lavanda, inseriti ancora interi a lato del vasetto. Non so se poi, al di là del bell’effetto cromatico, questi diano un gusto particolare alla marmellata o meno.
Qualcuno si offre di sperimentare?

Visto che foto poetica, che sfondo ameno? Ieri ho portato un barattolo omaggio al collega che non legge manco il blog (e solo per questo non meriterebbe nulla) e quindi l’ho fotografato in fretta e furia sul terrazzo dell’ufficio! Comunque basta un bel fiocco (riciclato) per dare un tocco di classe al barattolino 🙂

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